Spesso vi sarà capitato di alzare distrattamente gli occhi e notare quelle tre lettere – IHS – sui portali della nostra città. Che cosa vogliono dire? È l’abbreviazione del nome greco di Gesù (ΙΗΣΟΥΣ) che si diffuse particolarmente dalla metà del XV sec., per opera di s. Bernardino da Siena e dei suoi seguaci che l’adottarono come emblema, cinto da raggi e con la prima asta dell’h sbarrata così da formare una croce.
La massiccia presenza di questo simbolo a L’Aquila testimonia il ruolo fondamentale svolto dal santo e dai suoi seguaci, tra i quali spicca S. Giovanni da Capestrano. Quest’ultimo raccolse l’eredità di S. Bernardino e, alla sua morte, si fece promotore della costruzione di una chiesa in suo onore.
Ovviamente già sulla facciata è riportato il trigramma di cui stiamo parlando ma la manifestazione più preziosa si trova all’interno, posta sul magnifico soffitto, intagliato e dorato, dal pescolano Ferdinando Mosca. Oltre alle tele di Girolamo Cenatiempo infatti, svetta su fondo azzurro l’IHS bernardiniano, illuminato da una corona di raggi ancor più splendenti grazie all’oro zecchino che li riveste. E, come se tutto ciò non bastasse, c’è di più! Sulle lettere infatti erano stati incollati i ceci di Navelli per ottenere una superficie ruvida, in grado di rifrangere la luce, e favorire quindi particolari effetti di bagliori dorati. Non trovate anche voi che questa chiesa rappresenti la perfetta unione tra l’amore per l’arte e per il nostro territorio?
Continuate a mandarci le foto del trigramma di S. Bernardino che trovate in giro per la città!
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